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Di saccenza, di zinne e d'espedienti.

Vedo questo link
http://www.polisblog.it/post/29399/roberto-saviano-e-le-gattine-in-rivolta-da-wikipedia-alla-traduzione-che-tradisce

L'autore Malaparte imputa a Saviano di aver tradotto, in un articolo sull'Espresso, male "Pussy Riot" come "Gattine in rivolta".

Assurdo, Malaparte dovrebbe prima imparare cos'è un espediente letterario.

Un espediente letterario è un modo di dire una cosa tramite i filtri della metafora, dell'ironia, sapendo di sbagliare ma coscienti che il proprio pubblico di riferimento capirà.

Ehhh roba troppo complicata? Ma no, se ci si pensa c'è un espediente letterario che usiamo tutti i giorni (o quasi), ed è quando diciamo "faccialibro" in luogo di facebook, sappiamo che è sbagliato, sappiamo che non esiste come traduzione in un contesto coerente, ma sappiamo anche che i nostri amici ci capiranno se diciamo così, chi non ci capirà sono le nostre nonne (la mia direbbe "chi cazzu dici?").

Io che sono il lettore medio dell'Espresso, visto che ho cominciato a leggerlo negli anni ottanta quando all'età di 10/12 anni era l'unico modo di vedere (fatta eccezione per il PostalMarket) la foto di un paio di zinne in copertina ogni settimana, so bene che "Pussy Riot" significa "Fiche in rivolta", quindi sorrido al modo ingenuo con cui volutamente l'ha tradotto Saviano e non ci vedo errore perché esiste un codice condiviso tra me e il tono medio degli articoli della rivista.

Un codice non scritto ma acquisito, lo stesso codice che mi dispone diversamente se leggo un libro di Chuck Palahniuk o di Dumas Padre.

Il malinteso in cui cade l'autore del post su Polisblog invece succede quando la fase adolescenziale di ricerca delle zinne non è stata abbastanza coltivata.

#comesefosse

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